Meet the designer: Pierluigi Rolando – 13

6 Ottobre 2021

La fine degli anni Settanta segna la conclusione di una prima, importante fase nella storia di FILA SPORT, ma Pierluigi Rolando non riesce a gustare appieno i traguardi raggiunti. Motivazione principale di ciò sono le dimissioni di Enrico Frachey, vividamente descritto nelle memorie dello stilista: “improvvisamente venne a mancare una guida di grande temperamento, un senso di vuoto ed insicurezza permeava gli uffici. Non capii bene il perché di quella dipartita, ma subito pensai alla figura di Messner, ogni volta desideroso di porsi nuovi obiettivi”. Nei suoi scritti, tuttavia, Rolando mette in luce anche la forza con la quale supera l’impasse, adattandosi ai rimescolamenti aziendali e avvicinandosi a new entries come Cedomir Comljenovich, che traghetta la compagnia verso gli scintillanti anni Ottanta.

‘Cedo’ realizza servizi fotografici densi di colore e sensualità, e grazie alla sua conoscenza del jet set porta l’F-BOX sugli alettoni delle auto di Formula Uno, in particolare su quella che nel 1980 vince il campionato mondiale con Nelson Piquet. “Il logo FILA poteva essere ammirato tante volte quanti erano i giri di pista: facevamo il nostro ingresso in un mondo diverso, indubbiamente internazionale, al quale non eravamo ancora abituati”. Comljenovich, inoltre, organizza a St. Moritz la sfilata Snow DImension, che alla presentazione dei capi abbina il cameo dei Golden Eagles, che approdano dall’alto armati di paracadute: un evento dall’assetto moderno, anticipazione di numerose manifestazioni fashion dei giorni nostri.

Malgrado i numerosi cambiamenti, il nostro Rolando non rimane sullo sfondo, anzi. Le collezioni WHITE LINE disegnate tra l’82 e l’83 sono segnate da tute avveniristiche che arricchiscono le possibilità di combinazioni tra capi, e da una generale attenzione a un gusto urban che strizza l’occhio allo spettatore più che all’atleta. Tali accortezze, pur favorendo vendite record, non fermano lo stilista dal compiere una decisione radicale: quella di lasciarsi l’azienda alle spalle alla fine del 1983.

Collezione SNOW DIMENSION 1982

Come confessa lui stesso, ai tempi il mondo stava cambiando velocemente, forse troppo per un artista che all’improvviso non riesce a comprendere il mercato e le sue dinamiche. “La capacità di rigenerarsi trovando nuovi spunti e stimoli è l’unica risposta”, scrive prima di salutare la compagnia alla quale dà tutto per oltre dodici anni. Nelle sue parole non c’è amarezza: “una bellissima avventura umana ed aziendale si era conclusa. Eravamo stati una squadra affiatata capace di vincere”. I suoi diari citano persino il genio di Man Ray, asserendo che ‘an original is a creation motivated by desire. To create is divine, to reproduce is human’. E Pierluigi Rolando ha dedicato alla creatività e alla creazione tutta la sua esistenza, anche con le sculture che ha modellato sino alla fine dei suoi giorni.

Il suo diario immaginario, che abbiamo sfogliato insieme a voi per più di un anno, si chiude qui. Ciò che rimane è il ricordo di chi ha votato la propria esistenza alla bellezza. Un insegnamento che trascende la mera fisicità del capo di vestiario, e che ancora illumina la strada di chi scrive quella storia chiamata FILA.