Fonti: Le Alpi Biellesi

14 Ottobre 2020

Per Reinhold Messner le montagne non sono mai state semplici cime, bensì organismi vitali, verso i quali avere cura e rispetto. Entità che ha sempre cercato di penetrare più che scalare, per lasciare la civiltà alle spalle e proiettarsi in direzione di mondi diversi e paralleli al nostro.

Lo scalatore dei record coltiva tale approccio nella natia Bressanone, ma siamo certi abbia ritrovato un sentimento altrettanto viscerale per la natura a Biella, la città di FILA. Come vi avevamo già raccontato, infatti, il centro urbano si sviluppa in forte sinergia con l’ambiente naturale. Un paesaggio variegato, che alla freschezza dei corsi d’acqua alterna la dolcezza delle valli e delle pianure. A vegliare, sormontare e proteggere, sempre loro, le montagne, che con cime quali il Bo, il Mars, il Camino, il Mucrone raggiungono quasi 2.600 metri d’altezza, accogliendo altresì i più variegati, suggestivi panorami.

Le montagne biellesi, tuttavia, non sono da considerarsi unicamente attrattive turistiche: fin dagli albori dell’epoca moderna, infatti, si configurano come un habitat ideale per lo sviluppo economico e industriale, in particolare per quanto concerne le produzioni tessili. Questo perché le montagne preservano risorse naturali d’importanza e favoriscono la crescita di una comunità che promuove imprenditorialità e manodopera qualificata. All’interno di questo contesto il territorio si rivela produttivo già nel basso medioevo, distinguendosi per attività rurali e mulini che, sfruttando le potenzialità dell’energia idraulica, anticipano un futuro industriale.

I monti sagomano un paesaggio in continua evoluzione, che trova nodale punto di svolta nell’Ottocento con la fabbrica, organismo laborioso e capace di ridisegnare l’urbanistica. L’acqua dei torrenti, incapace di sostenere il progresso industriale, favorisce la nascita delle prime turbine a vapore, che alla fine del secolo, con l’imporsi delle prime ciminiere, ridisegnano economia e skyline. La loro comparsa impone infine il concetto di ‘lanificio a ciclo completo’, struttura complessa che organizza tutte le fasi della lavorazione fino al finale panno di pregio.

Protetta dalla sicurezza delle Alpi biellesi si organizza anche una comunità operosa, autentico capitale umano che vede nella fabbrica un faro, un’ispirazione per la riscrittura del tessuto sociale. Gli operai possono godere di asili per l’infanzia, di scuole professionali per la preparazione dei lavoratori, di occasioni culturali e benefiche che modellano una realtà più che mai moderna.