Bordocampo: Lauren Mallon
Ciao Lauren, benvenuta a Bordocampo, la rubrica Blog dedicata alle interviste. Questo è il nostro debutto oltreoceano! Vorremmo iniziare dal principio. Quali sono stati i tuoi studi e le tue prime esperienze professionali?
«grazie mille, è un onore essere ospite del blog della Fondazione! Dunque, ho frequentato la University of Maryland a College Park. Lì ho conseguito un Dual Degree in arti visive e comunicazione. Durante gli studi ho iniziato a lavorare nel comparto Sports Marketing del Dipartimento di Atletica, e nel ‘Terrapin Club’, un programma di potenziamento. Nel corso dell’ultimo semestre ho avuto modo di fare un tirocinio nell’ ufficio Pubbliche Relazioni di FILA: era il settembre 1998. Il resto è storia!»
Esattamente com’è avvenuto l’incontro tra te e FILA?
«al termine degli studi sono stata assunta dall’azienda come Marketing Coordinator. Ero una sorta di tuttofare per il calcio, il basket, il tennis, il running, il golf, lo sci. Il mio compito era di PR con le aziende esterne per coordinare le campagne pubblicitarie, le apparizioni in pubblico degli atleti, le fiere… un po’ di tutto! Ai tempi non avevamo un PR Director per cui presi l’iniziativa ed iniziai a farlo in autonomia. Non molto tempo dopo Howe Burch, nostro Marketing Senior Vice President, ricevette l’incarico di coordinare le sponsorizzazioni Tennis Masters Serie globalmente, chiedendomi di diventare la sua assistente. Fui molto grata a Howe: non solo per l’opportunità di unirmi al team FILA subito dopo la laurea, ma soprattutto per la sua vicinanza, è stato una guida e un mentore insostituibile durante i miei primi tempi in azienda. Un altro importante programma che seguii direttamente fu il Discovery Kenya, un progetto Running di successo organizzato nella Great Rift Valley. Sotto la guida del Dottor Gabriele Rosa, per oltre tre anni, atleti sponsorizzati FILA hanno vinto più di duecento maratone internazionali. Con la collaborazione di un giornalista americano, feci uscire su Sports Illustrated un servizio di cinque pagine su Discovery Kenya, che mi ha permesso – due anni più tardi – di presiedere un media tour in Africa relativo ai nostri running camps. Fin dal principio, in FILA ho imparato ad essere pronta a tutto. E dopo alcuni assestamenti all’azienda, sono diventata la figura di riferimento nel comparto Marketing per le sponsorizzazioni degli ultimi quattro anni agli US Open. Negli ultimi 14 anni ho lavorato esclusivamente nel comparto tennistico e, dal 2019, anche per il paddle. Sono stata privilegiata nello scoprire un’autentica passione per il mio mestiere e nel lavorare con un fantastico team attivo in tutto il mondo, caratterizzato da un amore condiviso per il marchio e la professione. Soprattutto, sono grata ai mentori FILA incontrati nel corso degli anni, proprio come Jennifer, che mi ha aiutato a plasmare la donna che sono, continuando ad ispirare le nuove generazioni di leader aziendali.»
A proposito del tuo più recente incarico come Senior Director of Marketing e Strategic Partnerships nei comparti tennis e paddle: quali sono le strategie ottimali per promuovere a valorizzare un marchio dalla così lunga tradizione?
«è fondamentale ricordare le nostre radici nella categoria. Martin Mulligan e molti altri hanno lavorato per costruire una realtà salda e garantire al marchio una posizione di prestigio nel tennis. È di primaria importanza per noi continuare a edificare su quelle fondamenta solide: rimanendo fedeli ai nostri valori, agli sportivi, a coloro che vestono l’ethos FILA. Jon Epstein, Presidente di FILA USA, mi ha insegnato che bisogna sempre cercare strategie per incrementare le vendite, partner per rafforzare il gradimento del marchio nella categoria, mantenendo una connessione con l’Heritage Business. Quest’ultimo aspetto consente di sviluppare un’autentica sinergia tra i responsabili del prodotto e quelli della comunicazione e dei social media.»
Continuiamo a parlare di tennis. Cosa ti attrae di più di questa disciplina cruciale nella storia FILA? Se dovessi nominare i tuoi campioni del cuore (scegliendo sia dal presente che dal passato), chi sceglieresti?
«il tennis ci ha visto nascere, ma soprattutto garantisce la nostra autenticità nello sport. Abbiamo la fortuna di raccontare una solida tradizione grazie al nostro glorioso passato sui campi. Continuiamo a disegnare e sviluppare capi e calzature che fanno la differenza sul mercato. Descrivere un prodotto FILA significa descrivere lo stile italiano e la sensibilità del design evolutasi attraverso le collezioni. I miei campioni preferiti? È difficile, sono così tanti! Sicuramente Björn Borg e Evonne Goolagong-Cawley. Amo poi Monica Seles, è meravigliosa, sempre gentile con tutti. È stato fantastico anche conoscere negli anni Kim Clijsters, altra vera ispirazione, specialmente quando ritornò agli US Open e vinse dopo aver dato alla luce la figlia Jada. Parlando dei giorni nostri, sono una fan della tenacia di Diego Schwartzman: quando gioca dà letteralmente vita a uno show, godendosi ogni minuto del match. Infine Ash Barty: è una gioia guardarla e ascoltarla. Dentro e fuori dal campo è sempre impeccabile, e la riconoscenza che periodicamente dimostra al suo staff è encomiabile, unica.»
La nostra chiacchierata parte dall’Italia, il Paese che ha visto FILA nascere. L’hai già visitata? Pensi che ci siano connessioni tra le caratteristiche del brand e la tradizione nostrana?
«sono stata molte volte in Italia grazie a FILA! Ho iniziato a viaggiare in Europa dopo la laurea e mentre lavoravo al Tennis Masters Series ho collaborato per qualche anno con il team italiano agli Open. Un’opportunità fantastica. Al termine di una vacanza in Toscana nel 2013, mentre la mia famiglia rientrava negli Stati Uniti, ho preso un treno per Milano, e ho raggiunto Biella per visitare il nostro museo e l’archivio. Scoprire la ricchezza di FILA direttamente nel luogo in cui è nata è stato meraviglioso, un’esperienza speciale. »
L’ultima domanda è relativa ad ACHIEVE THE ARCHIVE, il contest archivistico che grazie alla donazione di capi FILA del passato sta impreziosendo il nostro Archivio d’impresa: quale dei tuoi vestiti non ‘swapperesti’ mai?
«questa è difficile, ne ho così tanti! Le mie giacche preferite sono il modello ‘Settanta’ colore rosso e la giacca PLR – anch’essa rossa – dei Paribas Open 2019. Guardatela nella foto che vi ho inviato!»