Meet the designer: Pierluigi Rolando – 3

2 Settembre 2020

Oltre a reinventare il look dei tennisti, negli anni Settanta Pierluigi Rolando è testimone di un’altra grande rivoluzione in casa FILA, ovvero le sponsorizzazioni.

Iniziava l’epoca in cui oltre a far progredire un’azienda si doveva comunicare in modo nuovo con campioni che divulgassero il marchio

Viene così assoldato Nicola Pietrangeli, ai tempi uno dei campioni italiani più noti. Dotato di grande stile, giocatore di fondo campo con un rovescio fortissimo, Pietrangeli non può però controllare l’esuberanza imprenditoriale di Enrico Frachey, che ai tempi inseguiva l’astro nascente Adriano Panatta. Non appena viene a sapere che ‘Ascenzietto’ è in procinto di firmare per Sergio Tacchini, Frachey organizza un’operazione commerciale last minute e senza precedenti (Rolando la definisce un vero blitz), che porta FILA a reclutare il tennista trenta minuti prima che firmi per la concorrenza. Pietrangeli non è contentissimo del rivale, ma non può contrastare la rivoluzione in corso: la sponsorizzazione conferma Panatta come idolo delle folle, il ragazzo della porta accanto in cui si riconoscono i tanti ragazzini che scendono in strada con la racchetta da tennis pur di emulare le sue gesta.

Nel medesimo periodo il campione romano è testimonial di un’altra azione vincente, ovvero il mitico servizio sulle pagine de L’Uomo Vogue. Immortalato in un close-up pensoso con sfondo sfocato, Panatta veicola il tennis sulla carta patinata della Bibbia del glamour, portando lo sport all’attenzione degli amanti del fashion. “Ho sempre pensato che non avrebbe potuto esserci inizio più folgorante per il lancio di una collezione sportiva”, confessa Rolando.

Avevamo un nocchiero sicuro, coraggioso e deciso [Frachey, ndr], una proprietà attenta e lungimirante, una pubblicità innovativa e una collezione che, pur agendo nel mondo in cui i fruitori ‘sudano’, introduceva stilemi di moda ed eleganza non secondi a nessuno