BORDOCAMPO: MATTEO GALLU
Nella foto: Vincenzo Nibali, Matteo Gallu e Valentina Vezzali
Quando abbiamo lanciato TUTT1 1NS1EME, il contest che celebra i 111 di FILA, sapevamo che la scelta di un tema ampio e sfaccettato come la sostenibilità avrebbe richiesto una giuria più che mai competente. Ecco perché oggi l’ospite di Bordocampo è Matteo Gallu, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) di Fondazione FILA Museum. Per Matteo, che tutela la sicurezza dei lavoratori di numerose imprese, la salvaguardia dell’individuo non può prescindere da virtù come l’empatia: non è un caso se nella nostra chiacchierata l’argomento emergerà più volte.
Ciao Matteo, benvenuto sul Blog e nella giuria di TUTT1 1NS1EME. Come ti presenteresti ai nostri lettori?
Matteo Gallu: Ciao a tutti, sono Matteo Gallu e sono un RSPP, un Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione per CRAB Biella. Ho studiato Amministrazione Aziendale, indirizzo Marketing e Comunicazione: grazie a un internship in Confesercenti sono venuto a contatto con temi e aspetti tecnici legati alla sicurezza sul lavoro, che uniti a successivi corsi sulla normativa vigente mi hanno fatto diventare il professionista che sono oggi.
Un incarico che, negli anni, ti ha portato a ‘visitare’ la Fondazione sotto molte vesti: qual è la tua personale testimonianza del luogo?
MG: La fondazione è una realtà molto interessante, racconta la storia dello sport – di molti sport – attraverso l’abbigliamento e la sua evoluzione. Sono un appassionato di montagna e mi affascina ammirare capi appartenuti a Reinhold Messner, figura che appartiene tanto all’alpinismo quanto all’umanità nella sua interezza.
La sostenibilità, intesa in primis in termini ecologici, è al centro del nostro contest. Hai riscontrato lo sviluppo di buone pratiche nelle aziende con cui ti interfacci?
MG: Sicuramente negli ultimi anni l’attenzione verso la sostenibilità è aumentata anche in ambito industriale. Per fare un esempio, ci sono sempre più restrizioni sulla gestione dei prodotti chimici pericolosi sia per i lavoratori che per l’ambiente. Curiosamente, proprio il settore tessile – che connota territori come quello biellese – sta sviluppando certificazioni che condizionano anche le realtà a loro connesse: queste ultime, di conseguenza, modificano le proprie politiche ecofriendly, spesso beneficiandone.
Sappiamo che TUTT1 1NS1EME è il tuo esordio in un board di giurati per un contest creativo. Cosa consiglieresti ad un partecipante intento a sviluppare un progetto inedito?
MG: Il mio suggerimento è di osservare il tema portante della sostenibilità in tutti i suoi aspetti, tenendo conto delle questioni ambientali ma anche del dovuto rispetto verso l’essere umano: l’atto di piantare un albero è per me una metafora, dovremmo essere capaci di far crescere la vita anche negli animi delle persone.
Il tempo a nostra disposizione sta per scadere, ma prima di salutarti poniamo la domanda che conclude tutte le nostre interviste ai giurati. Tra le tre parole che ispirano il contest – sostenibilità, tribù e l’inglese centricity – quale preferisci e perché?
MG: Sostenibilità è una parola meravigliosa, ma implica delle complessità a mio avviso importanti. La parola tribù mi risuona chiusa. Centricity, invece, mi piace molto: se fossimo capaci di farla nostra, sapremmo superare tanti conflitti del vissuto quotidiano.