ETICHETTE: LA PETTINATURA E LA FILATURA DELLA LANA
Nella quotidianità dell’essere umano il verbo pettinare segna l’inizio della giornata: modellando i capelli, infatti, ogni mattina la maggior parte di noi si prepara ad una routine di varia natura.
Lo stesso verbo, nel ciclo di lavorazione della lana, identifica invece la conclusione di un lungo processo, ed è anticipatore del capo finale. Dopo avervi raccontato le fasi di lavaggio, asciugatura e cardatura, parliamo di pettinatura, ovvero quel procedimento che consente di lisciare, ordinare e rendere fra loro parallele le fibre. Il nastro finale, epurato dalla peluria in eccesso, è detto top ed è fondamentale per eseguire la filatura.
Il primo progetto di un filatoio in legno viene rinvenuto fra i disegni di Leonardo Da Vinci, ma per il brevetto di quello meccanico, firmato dall’inglese Richard Arkwright, dobbiamo attendere il 1770. Esso, attraverso un fuso (un bastoncino lungo all’incirca una spanna), esercita una torsione delle fibre, ottenendo il filato finale – resistente e omogeneo – con cui fabbricare del tessuto.
Da questo momento, la materia raffinata è pronta per diventare un morbido capo: che si tratti di un pullover WHITE ROCK con cui scalare le vette negli anni Settanta, o un accessorio di ispirazione street dalla più recente 110th Anniversary Collection, la lana è protagonista di un racconto classico e moderno, che trova in FILA un territorio d’espressione privilegiato.