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La parola Tactel deriva dal latino ‘tacto’, termine che identifica l’atto del toccare. Nel 1983 TACTEL diventa un brevetto di una speciale categoria di nylon.
Lanciato da realtà come il colosso DuPont, è una miscela di fibre di cotone e poliammide. Per la precisione è una microfibra, ovvero un sottilissimo filamento di derivazione sintetica ottenuto lavorando il Poliestere, il Polipropilene e la Poliammide. Il suo spessore arriva ad essere più sottile di un capello, elevandone così la capillarità: tale caratteristica è necessaria per fare in modo che questo “tessuto” aumenti le sue proprietà di assorbimento dell’acqua. La capillarità agevola e velocizza il trasporto dell’acqua e del sudore dalla pelle verso la superficie del tessuto, aumentandone il potere evaporante. È notorio che le fibre TACTEL si asciugano otto volte più velocemente del cotone, ed oltre ad essere più resistenti garantiscono morbidezza e leggerezza.
Un’altra caratteristica peculiare è senz’altro l’elettrostaticità: la microfibra, infatti, crea un campo magnetico naturale che limita la proliferazione di batteri, dettaglio che ne giustifica l’ampio utilizzo, ad esempio, in locali sanitari od ospedalieri. Più in generale, tale vantaggio agevola tutti coloro che compiono sforzi fisici e sudano, incoraggiando il mercato activewear.
Ma la storia del TACTEL non è fatta unicamente di tecnicismi: subito impiegata per la produzione di capi ginnici, la microfibra è protagonista delle palestre e dei templi del fitness. Aderendo al corpo umano ridisegna le forme e soprattutto la volontà di perfezionarsi, unendo in un connubio perfetto mente e muscoli. Il TACTEL è solo uno dei modi con cui FILA ha rivoluzionato le vite delle persone, introducendole a un mondo in cui lo sport non è mero sforzo, bensì strumento di relazione.