LA BALLATA DEI GUANTI PERDUTI
Guanto n. 2
Un cuore morbido all’interno, una corazza tagliente all’esterno. Che buffo, sembra stia facendo l’identikit di me stessa alla polizia. Invece sto solo descrivendo ad alta voce il guanto che ho smarrito oggi camminando nella neve. Come si fa a perdere un guanto con queste temperature, dico io? Dev’essere accaduto quando mi sono fermata a bere, immagino: per impugnare al meglio il thermos l’ho sfilato, e dopo aver riposto tutto nello zaino ho abbandonato sul sentiero ciò che può tenermi al caldo. Non è incredibile?
Io che faccio sempre attenzione a ogni dettaglio. Che sulla scrivania dell’ufficio dispongo gli evidenziatori per colore, a seconda degli argomenti a cui lavorerò nel corso della giornata. Che stiro le giacche per l’indomani la sera tardi, e anche se la luce è poca strizzo gli occhi e controllo non ci sia traccia di pieghe. Io che quando viaggio preparo i miei spostamenti con settimane d’anticipo, e guai se qualcosa va storto o qualcuno cambia i miei piani. Insomma, questa persona mega organizzata e apparentemente infallibile sono io, sì, e ho appena smarrito un guanto FILA.
Era un dono di papà quel paio di guanti. Ho scoperto queste montagne con lui, fin da quando ero piccola sapeva che avevo bisogno di posti in cui rifugiarmi, isole di silenzio in cui non dover rendere conto a nessuno. Così, negli anni, mi ha portata ad esplorare la natura – ad ogni ora del giorno, con qualunque clima – e insieme, senza mai dircelo, abbiamo disegnato la cartografia dei luoghi in cui sto bene. In cui posso rimanere sola con me stessa, quella che non deve tenere sotto controllo niente.
Il sole inizia a calare, è tempo di tornare indietro. Come dirò a papà che ho perduto il suo amato guanto? Ciao, papà, come stai? Da oggi la tua bambina non è più infallibile, dovevo proprio dirtelo. Mentre affondo gli scarponi nella neve, mi guardo intorno per cercare quel cartoccio di tessuto nero. Sono sola lungo il sentiero, ho speranza di trovarlo sul cammino. O forse no. Forse non lo ritroverò mai più. Forse la sera e il suo lento calare se lo inghiottiranno senza troppe remore. Ciao, papà, oggi sono andata a passeggiare nei luoghi che abbiamo attraversato insieme per anni e lì ho smarrito uno dei due guanti neri. Da oggi smetto di essere perfetta, o quantomeno di illudermi d’esserlo. E va benissimo così.