COLOR PALETTE: IL VIOLA

18 Aprile 2024

Qualcuno a cui il viola piace moltissimo? Non abbiamo dubbi: Leatrice Eisenman, direttore esecutivo di Pantone. L’azienda statunitense, nota per il consueto annuncio del ‘Color of the Year’, ha premiato tre sfumature di questa nuance solo nell’ultima decade. Nel 2014 il ‘Radiant Orchid’ è stato eletto “per la capacità di stimolare l’immaginazione”, nel 2018 ‘Ultra Violet’ ha comunicato “originalità, ingegno e pensiero visionario”, nel 2022 ‘Very Peri’ è stato scelto per “la profondità edificante, che dà energia allo spirito e potenzia la creatività”.

In un articolo pubblicato nel 2018 sul New York Times, Eisenman afferma che il viola è il più complesso tra i colori: nasce infatti “dall’unione di blu e rosso, freddo e caldo, e il risultato è qualcosa di unico”.
Le prime testimonianze storiche legate ad esso risalgono al I millennio a.C. e in particolare ai Fenici, la cui solida economia fu in larga parte dovuta al commercio della porpora, tintura ottenuta da un mollusco noto come murex. Veniva impiegata per colorare tessuti sgargianti, apprezzati dalle classi abbienti; la produzione era complicata al punto che in alcune occasioni venivano addirittura usati come moneta di scambio.
In breve tempo il viola inizia ad essere associato ai concetti di nobiltà e prestigio, in Oriente come in Occidente. Nell’814 d.C., all’indomani della sua morte, l’imperatore Carlo Magno viene seppellito ad Aquisgrana in un sudario di seta, tinto a Costantinopoli proprio con la porpora di cui sopra. In Giappone, invece, l’imperatore è ancora oggi presentato al popolo scostando pubblicamente dei tendaggi purpurei, issati su una pedana posta dinanzi al trono.

Nella tradizione cristiana, invece, il viola è il colore dei paramenti liturgici di Avvento e Quaresima. In epoca medievale, nei periodi di purificazione penitenziale, le rappresentazioni teatrali venivano bandite, causando disagio economico ad attori e attrici: per questo motivo, da allora, si dice porti sfortuna sul palcoscenico.
Non la pensano così, tuttavia, gli artisti che, anche di recente, hanno ottenuto successo proprio grazie a questa nuance. Pensiamo all’Olimpo del rock statunitense: nel 1967 Jimi Hendrix pubblica Purple Haze, riff di chitarra passato alla storia (anche per le infinite interpretazioni del testo). Nell’84, invece, Prince scala le vette delle classifiche mondiali con un progetto multidisciplinare, Purple Rain, che è simultaneamente album, film e canzone. Nel 1994, infine, le Hole di Courtney Love irrompono con Violet, singolo che ispira una nuova generazione di band tutte al femminile.

Il fascino avvolgente del viola non poteva non sedurre anche FILA. Il colore fa capolino nei completi femminili WHITE LINE a partire dagli anni Settanta, denotando un’attenzione per i look delle tenniste del tutto nuova. A proposito di tennis, impossibile dimenticare i fucsia sfoggiati, una decina di anni dopo, da Monica Seles e Boris Becker. La migliore conclusione di questo articolo, tuttavia, è calcistica: quando, nel 1991, l’argentino Gabriel Batistuta inizia la sua avventura alla Fiorentina, il viola nello sport diviene sinonimo di leggenda.

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