ANCORA UN SORSO
Tommaso
Tommaso non riusciva a crederci: una vacanza, finalmente!
Se l’era dovuta sudare: compiti su compiti, i brutti voti recuperati in poche settimane…per non parlare della recita di Natale con quell’imbarazzante costume da stella cometa!
Di fronte ai risultati e agli sforzi, però, Francesca e Pierluigi, i suoi genitori, non hanno saputo dire di no. Con un paio di telefonate hanno prenotato il rifugio nel quale da sempre trascorrevano l’inverno, e dopo un pomeriggio dedicato a caricare l’auto di bagagli erano pronti a partire.
Tommaso non vedeva l’ora di rimettere i piedi sugli sci e di sfrecciare lungo le piste con la sua coloratissima tuta FILA. La montagna, sua autentica passione, in città faceva capolino da lontano, dietro alle silhouette dei grattacieli.
Il viaggio non durò molto: in poco più di tre ore la famiglia era giunta a Porto Elena, il loro cottage. La proprietaria – Elena, appunto – si era trasferita lì dalla Liguria, chiamando così il suo bed and breakfast per sentirsi ancora un po’ in spiaggia. Conosceva Tommaso da quando era piccolissimo: non appena la macchina parcheggiò, il ragazzo subito scese, per correre incontro alla padrona di casa che l’aspettava a braccia aperte.
“Elena! Elena!”
“Tommaso, sei tu! Vieni qui, dammi un abbraccio!”
I due si strinsero dopo un anno, mentre Francesca e Pierluigi svuotavano il portabagagli.
“Elena, come mi sei mancata! Presto, gli sci: la neve mi aspetta!”
“Neve? Tommaso, ma quale neve?” La voce di Elena, spezzata come il ghiaccio sottile, guidò lo sguardo del bimbo verso la verità: i prati erano asciutti.
“Ma cosa è successo?” Tommaso era sgomento.
“Ragazzo mio, cosa ti aspettavi? Il clima è compromesso e la siccità non colpisce solo in estate…possiamo solo augurarci che le cose migliorino, ma non ne sono così sicura…”
Il ragazzo non sapeva tradurre la delusione e lo sconcerto che provava in petto. Iniziò a correre lontano, senza udire le voci di chi lo richiamava indietro.
Tommaso corse a perdifiato finché non scivolò sul selciato. Faceva freddo, non c’era la neve che a lungo aveva atteso per sciare. Tutte quelle ore di educazione civica dicevano il vero: il mondo sta cambiando e tutti dobbiamo fare qualcosa. Aveva il fiatone, bevve con foga dalla borraccia. Non appena la poggiò a terra, l’aria fu scossa da un brivido. Una scarica elettrica. Un fiocco di neve.
Tommaso si alzò e con stupore osservò il cielo, d’improvviso puntinato. Aveva freddo, era felice. Ai suoi piedi, la borraccia donatagli da un museo lontano era salda al terreno, forse la stava nutrendo di nascosto.
C’era della magia nell’aria, c’era il profumo di una nuova consapevolezza.
“Tommaso! ” Una voce lontana lo chiamava, era sua madre in pensiero.
Tommaso ricominciò a correre, stavolta per tornare.
Il cielo cominciava ad imbrunire, ma forse ci sarebbe stato tempo per sciare.