BORDOCAMPO: DANIELA DEL PERCIO
Daniela Del Percio, Executive Creative Director di FILA USA, ha origini italiane, esattamente come il marchio per il quale lavora da ormai diversi anni. Lo confermano l’energia e la passione che investe nella sua professione: in occasione di una sua recente visita biellese l’abbiamo coinvolta nella seguente chiacchierata, nella quale non nasconde l’ammirazione per l’operato della Fondazione.
Ciao Daniela, benvenuta sul Blog! Cominciamo dall’inizio: quali sono stati i tuoi studi e cosa ti ha condotto a lavorare per FILA?
DANIELA DEL PERCIO: Ho studiato alla School of Arts di New York, dove mi sono laureata in Arti Visive specializzandomi in Pubblicità e Graphic Design. Ho lavorato brevemente ad alcuni progetti FILA al termine degli studi, dopodiché sono stata assunta full time presso un’agenzia per la quale ho lavorato a lungo. Anni dopo, nel 2013, ho deciso di lavorare brand-side, il mio scopo era focalizzarmi su un singolo marchio (possibilmente in ambito fitness, sono un’appassionata di atletica). Poco dopo – quasi una coincidenza – qualcuno mi domandò se ero interessata a FILA, che in quel periodo cercava una risorsa al mio livello. Non c’è che dire, era destino!
Cosa ti intriga di più dell’heritage FILA? Hai degli atleti del cuore?
DDP: Se proprio devo scegliere, devo dire che le storie narrate da Pierluigi Rolando rimangono le mie preferite. L’ho incontrato solo una volta, ma ho guardato a lungo i suoi video. Comprendere la sua figura significa arrivare al cuore dell’essenza FILA: eleganza, design, creatività, forza e la maniera unica con cui mescolava il tutto. Una grande ispirazione, anche oggi. Quanto agli atleti, scelgo Adriano Panatta, Reinhold Messner e Karolína Plíšková. In termini di design, invece, scelgo le uniformi blu sfoggiate negli anni da Debirah Compagnoni e da Alberto Tomba.
Di recente sei stata in visita alla Fondazione biellese. Cosa pensi delle sue attività e del supporto dell’ente al brand?
DDP: Senza la Fondazione e l’Archivio non abbiamo anima. Sì, proprio così. Il lavoro incessante di digitalizzazione del patrimonio storico, per esempio, è cruciale sia per mantenere il marchio costantemente aggiornato sia per preservarne il DNA. Rimango sempre impressionata dalla creatività messa in campo per collezionare cimeli per arricchire l’Archivio. Credo inoltre che la Fondazione sia una fonte di ispirazione per le future generazioni di designer.
C’è qualcosa che non ti abbiamo domandato e di cui ti piacerebbe parlare?
DDP: Certo: Fondazione FILA Museum rappresenta davvero ‘il cuore e l’anima’ di FILA a livello locale ed internazionale. Alcuni recenti esempi, in tal senso, sono stati il supporto dimostrato nel corso della crisi pandemica, per non parlare delle numerose attività educative dedicate ai bambini e al loro rapporto con lo sport.
Torna agli articoli!