COLOR PALETTE: IL NERO

7 Marzo 2024

È successo davvero: nell’agosto 2018, durante una visita alla Fundação de Serralves di Porto, in Portogallo, un turista italiano è stato ‘risucchiato’ da un buco nero. Si trattava di Descent Into Limbo (1992), opera dell’artista indiano Anish Kapoor: un pozzo profondo due metri e mezzo, che il visitatore ha malauguratamente percepito come bidimensionale. Questo perché l’installazione non era tinteggiata di nero, bensì di Vantablack S-VIS, il ‘nero più nero di tutti’. Un pigmento nato per scopi militari e composto da nanotubi di carbonio, molecole capaci di intrappolare le onde luminose fino ad assorbirle completamente: nel 2016 Kapoor ne ha acquistato il brevetto e il diritto all’uso esclusivo, causando clamore e – come abbiamo visto – incidenti museali.

In Nero. Storia di un colore (2008), lo storico Michel Pastoreau lo afferma chiaramente, “in principio era il nero”. Il Grande Toro dipinto nelle grotte di Lascaux, Francia – la più antica testimonianza grafica storicamente rinvenuta – ha profili eseguiti con il carbone. Da quel momento, l’uomo inizia a bruciare ossa animali mescolate a minerali, traendo i primi pigmenti. La nascita della scrittura favorisce poi l’invenzione dell’inchiostro, ottenuto mescolando nero fumo, acqua, colla animale.
E se l’origine del mondo è preceduta dal buio, quest’ultimo non può avere che il colore delle tenebre. Nyx era la dea greca figlia del Caos, il cui regno era associato al sonno, all’angoscia, ai segreti e alla disgrazia. Temuta da Zeus, Nyx attraversava il cielo ammantata in un drappo scuro, su un carro trainato da quattro equini ovviamente neri. La fascinazione per questo colore coinvolge inevitabilmente anche l’evoluzione della lingua. Gli antichi etruschi coniano il termine ater, nero opaco, che sarà ripreso dai latini per indicare valori negativi associati alla bruttezza, alla sporcizia, all’atrocità. Dall’origine incerta è invece niger, la brillante oscurità, connessa ad accezioni positive.

Nel corso della storia occidentale il nero diviene poi il colore del lutto. Nell’Inghilterra del Cinque e del Seicento ottenere tinture di quel tono era costoso, pertanto le vesti corvine erano riservate a ricorrenze importanti come i funerali. Addirittura la Regina Vittoria, per onorare il ricordo del marito Alberto, indossò un abito nero per oltre quarant’anni. Per la riabilitazione fashion bisognerà attendere il Novecento: nel 1926 Gabrielle Chanel impone il tubino black come nuovo simbolo di modernità, quarant’anni dopo Yves Saint Laurent propone uno smoking dello stesso colore come strumento emancipatorio, nel ’94 il ‘revenge dress’ di Diana Spencer ribadisce il carattere seducente e volitivo di questa nuance.

Nella storia sportswear FILA, fatta di tonalità sgargianti ed esplosive, il nero non è spesso in primo piano. Questo, almeno, fino alle recenti evoluzioni trendy del marchio che, al contrario, lo vedono dominare anche in passerella. Nelle collezioni Spring Summer 2019 e 2020 firmate da Joseph Graesel e Antonino Ingrasciotta, il colore plasma abiti leggeri, divise skinny, dettagli in scuba. Nella 110th Anniversary Collection di Katie Grand neri sono i dettagli urban, mentre nella collezione Fall Winter 2022-23 ROKSANDA X FILA le tinte dark fanno da sfondo a dettagli fluorescenti. Arriviamo infine alla linea Fall Winter 2023 disegnata da Haider Ackermann, dove il nero è talvolta velo impalpabile, a volte è massa metallica, in altre un lampo luminoso che apre alle nuove possibilità dell’universo moda.

Vuoi ricevere “News da Wonnie”? Iscriviti subito qui!

Torna agli articoli!