CONOSCERE, PROTEGGERE: VIAGGIO NEGLI ECOSISTEMI FILA

23 Maggio 2024

Istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 in seguito all’adozione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica, la Giornata Internazionale per la Biodiversità si celebra ogni anno il 22 maggio. Il tema del 2024 è stato “Il nostro cibo, la nostra salute e la nostra biodiversità”, con lo scopo di sensibilizzare all’importanza che la natura ha sul pianeta e sulla salute dell’uomo. Ma quali sono gli ecosistemi della storia FILA e cosa possiamo fare per rispettarli?

Le conquiste ad alta quota di scalatori come Giorgio Bertone e Reinhold Messner ci introducono immediatamente all’importanza delle montagne. Elisa Palazzi, ricercatrice in Fisica del clima all’Università di Torino, le definisce “sentinelle del cambiamento climatico”: “le vette subiscono per prime gli effetti degli aumenti di temperatura. Essa aumenta di 0,3 gradi C° ogni dieci anni in montagna negli ultimi decenni, contro 0,2 C° in media su tutto il globo. Sembra poco ma non lo è: l’estensione del ghiaccio si è ridotta significativamente, i ghiacciai fondono”. Come arginare l’emergenza? Un suggerimento arriva dalla lettura della Convenzione delle Alpi, redatta da otto Paesi europei (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) cintati dalla catena alpina e da tempo impegnati nella protezione dell’habitat che li avvicina. Tra gli obiettivi dell’accordo, di natura cooperativa, ci sono un’economia forestale accurata e sostenibile (con i boschi messi in condizione di sviluppare a pieno la loro funzioni di stabilizzazione dei versanti e drenaggio delle acque), nonché lo sviluppo di una green economy basata su energie rinnovabili, sistemi di trasporto pubblici (evitando la costruzione di nuove strade), sulla promozione di uno ‘slow tourism’ rispettoso.

I tuffi con i costumi AQUA TIME negli anni Settanta e le traversate di Giovanni Soldini ci invitano invece a rispettare mari e corsi d’acqua: secondo un report – in costante aggiornamento – del WWF, attualmente 86 milioni di tonnellate di plastica navigherebbero nei nostri oceani. I materiali plastici non sono biodegradabili, pertanto rischiano di essere ingeriti da animali come balene, gabbiani, tartarughe marine. Non solo: ad inquinare ci pensano anche i pescatori, che perdono le reti in mare aperto o gettano dalle barche quelle rotte. In esse, com’è prevedibile, rimangono imprigionati balene, delfini e numerosi altri mammiferi marini. Come dichiara il WWF stesso, tuttavia, non è troppo tardi per richiamare governi e aziende all’importanza del rispetto delle normative e per incentivare la creazione di aree marine protette, nelle quali la pesca venga sottoposta a controlli severi e le trivellazioni, come quelle petrolifere, siano vietate. Concordi con questa visione, non possiamo che rinsaldare le nostre iniziative green, che spaziano dalla creazione di gadget ecofriendly alle attività educative che coinvolgono materiali riciclati.

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