ETICHETTE: IL DENIM

Mary Quant li definì ‘la più grande invenzione di tutti i tempi’, e alla creatrice della minigonna bisogna davvero credere.
È veramente difficile immaginare la nostra vita senza i jeans: con la loro praticità, la loro resistenza, la loro versatilità hanno rimodellato decadi di stile e cultura pop, imponendosi come fashion tip irrinunciabile. Ma qual è la loro storia?

Il denim nasce in Francia a metà Ottocento: si trattava di un robusto panno di twill di cotone, caratterizzato da un motivo a coste diagonali. La città d’origine è Nîmes (denim deriva proprio da ‘de Nîmes’), ma la svolta vera e propria avviene intorno al 1860, quando i produttori eleggono Genova come porto di riferimento per il mercato statunitense. Il primissimo paio di pantaloni in denim viene confezionato proprio nella località ligure, mentre in Nevada, nel 1873, il sarto Jacob W. Davis rinforza le giunture di un pantalone simile con rivetti di rame, plasmando un capo da lavoro praticamente indistruttibile. Davis unisce le forze con il mercante Levi Strauss per dare vita a una filiera a San Francisco: in poco tempo i due vengono sommersi di richieste da parte degli operai di tutta America, e a seguito del brevetto ufficiale la produzione assume dimensioni colossali.

La trasformazione da indumento proletario ad oggetto del desiderio avviene a metà del secolo scorso sempre negli Stati Uniti, stavolta a Hollywood: una nuova generazione di interpreti indossa il denim per far sognare pubblici tra loro diversissimi. John Wayne e Gary Cooper plasmano l’immaginario del western, Carole Lombard e Marilyn Monroe diventano moderne icone di emancipazione, Marlon Brando e James Dean ricorrono ai jeans per dare corpo ad archetipi di ribellione.

Infine, la moda. Dopo aver accompagnato la controcultura dei Sessanta e Settanta, nel 1976 i jeans fanno la loro comparsa sulle passerelle mondiali, aggiungendo alla naturale praticità un allure seduttivo. Anche FILA si lascia coinvolgere dal twist, e nella collezione F-Line 1998 il denim è fresco e d’ispirazione sartoriale. Ancora una volta il marchio biellese riscrive i codici del proprio DNA, trovando supporto in un tessuto che ha rivoluzionato i costumi di più epoche.