FILAPEDIA: FRATELLO
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La parola di oggi è una delle più diffuse nella quotidianità: fratello. Identifica ognuno dei figli nati dai medesimi genitori, ma non solo. Nel settembre 1847, quando scrive l’incipit de Il canto degli italiani (oggi noto come inno nazionale) Goffredo Mameli si riferisce ai suoi concittadini chiamandoli ‘fratelli’. Nello slang rap, e in generale nel linguaggio giovanile, ‘fratello’ indica un vincolo di appartenenza a un gruppo, o più genericamente un rapporto di amicizia. Nel 2000 Joel e Ethan Coen dirigono Fratello, dove sei? (O Brother, Where Art Thou?), originalissima versione dell’Odissea che segna l’inizio di una lunga collaborazione con l’attore George Clooney.
Nella tradizione FILA le coppie di fratelli eccellenti sono più di una (pensiamo, ad esempio, a Vitali e Wladimir Klitschko, ex pugili ucraini), ma quella in assoluto più straordinaria è composta da Phil e Steve Mahre, ex sciatori statunitensi. Scott Hanson del Seattle Times non ha dubbi: se la loro vita fosse un copione, Hollywood lo cestinerebbe immediatamente, tanto è perfetta e implausibile. Ma andiamo con ordine. Phil e Steve Mahre, gemelli, nascono il 10 maggio 1957 nello stato di Washington. Figli di un affermato scalatore, crescono nei pressi di un resort sciistico, il loro destino sembra scritto già da allora. “Eravamo inseparabili. Avevamo, e ancora abbiamo, un legame incredibile, più forte che con gli altri nostri fratelli”.
Entrambi slalomisti, sono ancora oggi nella rosa dei cinque sciatori americani più importanti di sempre, con Phil secondo solo a Bode Miller. La loro somiglianza fisica è sempre stata impressionante, oggetto di vicende che hanno dell’incredibile (ci arriveremo). Tra i due, Phil è sicuramente colui che ha portato a casa le vittorie più significative: nel 1981 è il primo statunitense ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo, che vincerà per tre volte consecutive. Abile e veloce in discesa, soffia più volte il podio a Ingemar Stenmark, assoluta stella dell’epoca. Steve, specialista nelle prove tecniche, non eguaglia mai i risultati del fratello, sebbene anche la sua carriera sia di livello: nella stagione 1980-81 conquista tre podi mondiali, e nel 1982 vince l’oro nello slalom gigante ai Mondiali di Schladming, superando Stenmark.
I loro percorsi si incontrano su un podio clamoroso, quello delle Olimpiadi di Sarajevo del 1984: l’oro è per Phil, l’argento per Steve. Nessun uomo americano, prima di allora, si era mai aggiudicato un titolo olimpico nello slalom. Non solo: a poche ore da quell’evento, Phil apprende da un’intervista alla TV che la moglie, al di là dell’oceano, aveva dato alla luce il loro figlio.
La vita dei fratelli Mahre è stata incredibile in tutto, anche nella cattiva sorte. Il 16 gennaio 1984 Phil e Steve si classificano rispettivamente primo e sesto ai Mondiali di Parpan, Svizzera, ma i risultati vengono invalidati a causa di uno scambio di pettorine, molto probabilmente causato dalla somiglianza tra i due. I colleghi testimoniano in loro favore, ma non serve a nulla, soprattutto non ferma la campagna denigratoria che ne consegue. Fu quasi sicuramente questo ad indurre entrambi a ritirarsi, a soli ventisette anni, di lì a poco. Ma il tempo ha restituito ciò che il fato aveva sottratto: la collezione Fall Winter 2020 di FILA, disegnata da Josef Graesel e Antonino Ingrasciotta, si ispira agli eroi indomiti e solitari – come Messner, come Stenmark, come Phil e Steve Mahre. Due sciatori che solitari, per la verità, non sono mai stati, fratelli sempre e comunque.
“Oh brother, we’ll go deeper than the ink / Beneath the skin of our tattoos” Kodaline, Brother, 2018
“Non fraintendermi, lo amo come un fratello: come Caino e Abele” Woody Allen, Amore e Guerra, 1975
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