TIME MACHINE: IL 1977
Portandoci nel 1977, oggi la Time Machine ci fa sognare. Sì, perché nella primavera di quell’anno debutta al cinema Una nuova speranza, il primissimo episodio di Guerre Stellari. George Lucas, sino ad allora conosciuto per l’indie movie American Graffiti, conquista le platee internazionali con un gioiello della fantascienza, che diverrà una saga capace di appassionare più generazioni. In una Berlino ancora divisa, invece, David Bowie scrive Heroes, pezzo pop-rock che aspira alla pace con strofe come ‘…and we kissed, as though nothing could fall’.
E lo sport? Sui campi da tennis brilla la stella di un fuoriclasse argentino, Guillermo Vilas. La leggenda narra che Vilas riceva la sua prima racchetta a sei anni, come regalo di Natale: sebbene a Mar del Plata, la città vicino a Buenos Aires in cui è nato, tutti giochino a calcio, la famiglia ha pronosticato per lui un futuro sulla terra rossa. Per essere precisi, il suo destino è quello di diventare il più grande tennista sudamericano del Novecento. Ai Roland Garros del ’77 Vilas sbalordisce le folle con il suo rovescio liftato, tecnica che affina studiando le gesta dell’australiano Rod Laver: la vittoria che porta a casa lo renderà il primo sudamericano a vincere un torneo del Grande Slam, diventando un’icona immediata.
Il suo capolavoro, quell’anno, è però il trionfo agli US Open, dove sconfigge nientemeno che l’americano Jimmy Connors, all’epoca numero uno al mondo (e vincitore del torneo nei tre anni precedenti). Vilas concede a Connors solo il primo set: il resto del match è in realtà un one man show, in cui l’argentino si rivela protagonista indiscusso. Uno spettacolo durante il quale fa sfoggio anche della polo cui FILA aveva dato il suo nome. Il designer Pierluigi Rolando l’aveva concepita dopo aver studiato la figura del campione con attenzione: decise di enfatizzarne le spalle muscolose con un color block rosso, e inserì tre righe orizzontali all’altezza dei fianchi per rimodellare, a mo’ di illusione ottica, il punto vita.
Forse Vilas vince gli US Open 1977 (che, per inciso, sono gli ultimi a Forest Hills e sulla terra verde, prima dello spostamento, nel ’78, sul cemento di Flushing Meadows) anche a seguito del ritiro di Björn Borg, infortunato. Malgrado ciò, il campione svedese stava vivendo un periodo magico: quell’anno conquista infatti il suo secondo Wimbledon e il titolo di numero 1 nel ranking ATP. Per celebrare il momento, il marchio biellese crea per lui gli shorts ‘check’, un nuovo modello di calzoncini capace di mixare animo sportivo e naturale predisposizione all’eleganza.
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