UN VELO LEGGERO – 4
Formiche
Mentre le verso il vino nel bicchiere di carta il vento ci accarezza i capelli fresco, rapido, quasi un annuncio dell’imminente fine dell’estate. Ci siamo solo noi due al parco, una coppia di puntini sfocati che fa capolino in un’ampia pennellata color verde. Abbiamo discusso spesso in vacanza, perlopiù di facezie, così ho pensato che un picnic last minute potesse farle piacere. Ho preparato i panini, comprato una crostata, sono passato a prenderla senza troppo preavviso (perché in fondo le sorprese le piacciono, anche se non lo ammetterà mai).
Ho scelto il punto in cui mangiare e lì ho disteso un grande telo mare FILA: mentre ne appiattivo le pieghe lungo il terreno, mentre apparecchiavo, lei mi ha osservato a lungo, in piedi, sorridendo. Non è abituata a vedermi svolgere cose manuali, credo che l’immagine la divertisse.
Le verso il vino nel bicchiere e cerco di imbastire una conversazione brillante – anche questo la fa sorridere spesso, sì.
– ‘Ti ricordi L’amore fatale di Ian McEwan?’.
– ‘No’.
– ‘Ma abbiamo visto anche il film, ti ricordi? Quello con Daniel Craig e Samantha Morton, ci ho messo tutta la sera a cercare i sottotitoli’.
– ‘Sì, e quando li hai trovati io mi ero già addormentata sul divano’.
– ‘Giusto’.
– ‘Comunque sei tu quello che legge, lo sai. Di cosa parla il libro? Perché dovrei ricordamene?’ mi domanda mentre addenta pane imburrato.
– ‘Perché inizia proprio con un picnic. È la storia di una coppia inglese che fa un picnic al parco, e a un certo punto assiste alla caduta di un pallone aerostatico. Dalla esso traggono in salvo uno psicopatico che cambierà definitivamente le loro esistenze’.
– ‘Vorresti che il nostro pomeriggio fosse interrotto da una mongolfiera guidata da uno squilibrato?’ ridacchia.
– ‘No’ rispondo sommesso ‘mi è venuta in mente, così’. Verso altro vino.
Lei mi prende la mano, il vento è un alito che sa di verde.
– ‘Non so perché vivi con l’esigenza di impressionarmi. I libri che hai letto, i film che hai visto…A volte la vita è molto più semplice’.
Una folata solleva l’unico lembo dell’asciugamano che non avevo fissato a terra. È un groviglio di formiche, una matassa di puntine nere che si arrampicano sui nostri panini.
‘Dannazione!’ esclamo mentre cerco di mettere tutto in salvo. Lei mi ferma però, mi prende la mano: i suoi occhi, sorridendo, mi invitano ad assistere allo spettacolo. Un gruppo di formiche all’attacco di tutto quello che avevo confezionato per il pomeriggio.
Non c’è nessuno nel parco, solo noi due, piccoli puntini nel verde. Le formiche sono un banchetto vivente sotto ai nostri occhi: le osserviamo sfamarsi, ci teniamo per mano.